Al parco Valentino anche il prototipo della Chevrolet Corvair Testudo
Disegnata da Bertone, la coupé ha forme rivoluzionarie e dettagli che avrebbero ispirato anche la Miura
Non capita spesso che un animale placido e mansueto come la tartaruga sia d’ispirazione per lo stile di un’auto. In genere vengono scelti possenti felini o infallibili rapaci, che esprimono meglio la velocità, la grinta e la forza di cui quel modello è dotato. Una tartaruga invece non ha queste caratteristiche: è pesante e si muove con lentezza, tanto da non superare nemmeno i 100 metri all’ora. Eppure anche il lungo collo e lo spesso guscio possono illuminare la fantasia di un progettista. Giorgetto Giugiaro dichiarò nel 1974 di essersi ispirato proprio ad una tartaruga per lo stile della Chevrolet Corvair Testudo, un prototipo fra i suoi meglio riusciti, che disegnò rompendo la tradizionale suddivisione di un’auto in due parti (quella laterale e la vista dall’alto): le due prospettive vengono fuse qui l’una nell’altra. Il risultato fu decisamente indovinato.
Luci a filo e parabrezza curvilineo
La Testudo risale al 1963 e venne commissionata da Chevrolet a Bertone, il cui responsabile dello stile era in quel periodo Giorgetto Giugiaro, che cercò di stravolgere le forme tradizionali di un’auto e renderla un oggetto più coerente e armonioso. Disegnò quindi un cofano anteriore lungo e levigato, arretrò il parabrezza (di forma curvilinea) e annegò i fanali nella carrozzeria, rinunciando alle tradizionali portiere in favore di un complesso meccanismo apribile che include il parabrezza, il tetto trasparente (in plexiglass) ed i vetri laterali. Le forme della Testudo si ritrovano nell’Alfa Romeo Montreal e nella Lamborghini Miura, ma avrebbero ispirato anche la Porsche 928, come rivelò il suo designer Tony Lapine. Stando ai racconti, Giugiaro fu molto soddisfatto della Testudo ed ebbe la sensazione di aver contribuito ad aggiornare le forme di un’auto.
Il motore aveva solo 81 CV
A fronte di una carrozzeria tanto innovativa e di rottura, la meccanica della Chevrolet Testudo è piuttosto ordinaria: Bertone accorciò e rinforzò il telaio di una normale Chevrolet Corvair Monza, auto di lunghezza media in vendita fra il 1960 e il 1969 che venne realizzata in numerose varianti di carrozzeria. Il motore era un benzina 6 cilindri aspirato da 81 CV, dalle prestazioni tutt’altro che entusiasmanti, montato al posteriore dove migliorava però la trazione e la stabilità dell’auto in frenata. L’abitacolo rispecchia le forme esterne e ha linee d’impatto, complice il volante di forma rettangolare e la strumentazione montata in senso verticale di fronte alla leva del cambio. La posizione di guida è inusuale, per effetto dell’angolatura dei sedili molto accentuata in virtù dellla ridotta altezza dell’auto (solo 1,06 metri).
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